Linee guida dal sito del istituto superiore
della sanità Sul botulismo alimentare
il primo passo è la prevenzione. Per questo
l’Istituto Superiore di Sanità attraverso il Centro Nazionale di
Riferimento per il Botulismo ha pubblicato per la prima volta in
Italia
le Linee Guida
le Linee Guida
per
la corretta preparazione delle conserve alimentari in ambito
domestico che saranno presentate il 23 giugno nell’ambito del
convegno "Il botulismo alimentare in Italia: riflessioni e
prospettive". Il volume è stato realizzato dal Centro Nazionale
di Riferimento per il Botulismo dell’ISS in collaborazione con la
Facoltà di Bioscienze e Tecnologie Agro-alimentari e Ambientali
dell’Università di Teramo e con il Centro Antiveleni di Pavia.
La
Linea guida vuole fornire indicazioni sulle corrette pratiche di
preparazione delle conserve effettuate in ambito domestico ponendo
l’accento sulla necessità di applicare determinati trattamenti per
ottenere un prodotto sicuro.
Il volume ha l’obiettivo, infatti, di aiutare chi si cimenta nella preparazione di conserve in ambito domestico nella scelta di quelle ricette che meglio garantiscono la sicurezza microbiologica, senza però trascurare gli aspetti organolettici e nutrizionali.
Le conserve
Le conserve sono tutte quelle preparazioni alimentari confezionate in contenitori a chiusura ermetica che subiscono trattamenti termici che ne permettono la stabilizzazione e la conservazione per lunghi periodi a temperatura ambiente. Generalmente si distinguono in conserve acide e non acide.
Il volume ha l’obiettivo, infatti, di aiutare chi si cimenta nella preparazione di conserve in ambito domestico nella scelta di quelle ricette che meglio garantiscono la sicurezza microbiologica, senza però trascurare gli aspetti organolettici e nutrizionali.
Il
mancato rispetto delle indicazioni fornite nella guida può
costituire un rischio per la salute in quanto eventuali pratiche di
preparazione diverse da quelle descritte possono determinare
condizioni tali da permettere lo sviluppo di microrganismi
patogeni.
“La
prevenzione e la comunicazione del rischio rappresentano due
capisaldi della mission del Centro Nazionale di Riferimento per il
Botulismo (CNRB) ��" dice Fabrizio Anniballi dell’ISS, uno
dei curatori delle Linee Guida - che sempre più spesso riceve dal
pubblico, richieste di chiarimenti in merito alla preparazione delle
conserve alimentari in ambito domestico. Negli ultimi anni, infatti,
sta riemergendo tra la popolazione ed in particolare tra i giovani,
la voglia di cimentarsi sia nella preparazione di conserve basate su
ricette tradizionali tramandate di padre in figlio, sia nella
sperimentazione di nuove soluzioni. È soprattutto nella
sperimentazione di nuove ricette, talvolta definite “light”, che
si nascondono le maggiori insidie e i rischi per la salute del
consumatore. Infatti, queste spesso prevedono bassi quantitativi di
agenti protettivi come l’aceto, lo zucchero e il sale, non tengono
conto dei rischi associati al loro consumo e sono ampiamente
divulgate e pubblicizzate in rete nelle innumerevoli pagine web e
blog dedicati. Da qui nasce l’esigenza di raggiungere il pubblico
interessato a questo argomento proponendo, non già un libro di
ricette, ma una guida semplice e pratica che contenga tutte le
informazioni necessarie per la corretta gestione di tutto il processo
di preparazione delle conserve, mantenendo nel contempo il necessario
rigore scientifico”.
Le conserve
Le conserve sono tutte quelle preparazioni alimentari confezionate in contenitori a chiusura ermetica che subiscono trattamenti termici che ne permettono la stabilizzazione e la conservazione per lunghi periodi a temperatura ambiente. Generalmente si distinguono in conserve acide e non acide.
Cause
deterioramento
Tutti
gli alimenti, conservati e non, in tempi più o meno lunghi a seconda
della loro natura o delle condizioni di conservazione sono destinati
a subire processi alterativi imputabili ad agenti di natura
diversa:
•
Agenti
biologici (microrganismi, insetti, animali)
•
Agenti
chimici (enzimi)
•
Agenti
fisici (calore, luce)
In
tutti i casi gioca un ruolo da protagonista l’alto contenuto di
acqua naturalmente presente negli alimenti
LE
REGOLE DA SEGUIRE
-
IGIENE PERSONALE E DELLA CUCINA
Particolare
riguardo deve essere posto all’igiene personale e della cucina, la
prima fonte di contaminazione, infatti, può essere rappresentata
proprio da questi due fattori. Il semplice lavaggio delle mani con
sapone associato alla frizione meccanica asporta dalla pelle gran
parte dei microrganismi che vi sono presenti. In generale il lavaggio
delle mani deve essere fatto:
•
immediatamente
prima di iniziare la manipolazione degli alimenti e ogni qual volta
si cambia il tipo di preparazione
•
ogni
volta che le mani appaiono visibilmente sporche
•
dopo
essere stati in bagno
•
dopo
aver mangiato, fumato, tossito o starnutito
•
dopo
aver toccato o manipolato qualsiasi potenziale fonte di
contaminazione (alimenti crudi, animali domestici, rifiuti, ecc.)
-
ATTREZZATURE
Per
la preparazione delle conserve sono necessari diversi utensili
comunemente disponibili in una cucina domestica. Il vetro è il
materiale migliore, anche se possono essere utilizzati contenitori in
metallo. Il vetro, infatti, non assorbe odori. Se rimane
perfettamente integro, può essere riutilizzato innumerevoli volte, e
può essere facilmente lavato anche in lavastoviglie e sterilizzato.
Inoltre essendo trasparente permette un’immediata ispezione dei
prodotti conservati consentendo di evidenziare eventuali anomalie
senza aprire il barattolo. Di contro, la trasparenza del vetro
permette il passaggio della luce che può provocare modificazioni del
colore del prodotto, per questo motivo è necessario collocare le
conserve in luoghi al riparo dalla luce.
-
SCELTA DEGLI INGREDIENTI
La
scelta degli ingredienti è una fase assolutamente cruciale per il
processo di produzione delle conserve. Per ottenere conserve di
frutta e di verdura che mantengano intatti i sapori, gli aromi e le
fragranze delle materie prime, è ideale scegliere sempre prodotti di
stagione, perché più ricchi di sali minerali, vitamine, e
nutrienti. Il rischio che i vegetali possano contenere residui di
pesticidi e antiparassitari può essere superato scegliendo prodotti
biologici. Se infine si riesce ad utilizzare i prodotti del proprio
orto, è consigliabile preparare le conserve entro 6-12 ore dalla
raccolta. In caso contrario è consigliabile conservare le materie
prime in frigorifero fino al momento dell’utilizzo. L’aceto deve
essere di vino, meglio se bianco. L’olio deve essere di primissima
qualità. Si raccomanda l’utilizzo di olio extravergine di oliva.
Per quanto riguarda lo zucchero, è consigliabile usare quello
semolato perché non altera il sapore e il profumo della frutta. In
sostituzione si può trovare in commercio uno zucchero speciale per
confetture che contiene anche la pectina. Per le conserve sotto sale
si consiglia l’uso di sale marino. Il sale raffinato può tuttavia
essere utilizzato per insaporire le conserve.
-
SELEZIONE E LAVAGGIO DEI PRODOTTI
Le
materie prime utilizzate per la preparazione delle conserve
dovrebbero essere processate al più presto possibile dopo la
raccolta per evitare la perdita di alcune delle loro caratteristiche
organolettiche e nutrizionali. Lavare le materie prime sotto acqua
corrente in modo da eliminare le particelle di terra ed altri
eventuali residui. L’immersione per qualche minuto in acqua
contenente il bicarbonato di sodio può essere utile per ridurre le
tracce di pesticidi dalla superficie esterna dei vegetali.
-
SANIFICAZIONE DEI CONTENITORI
Spesso
questa operazione viene indicata come sterilizzazione dei contenitori
e dei tappi. Bisogna specificare che il termine sterilizzazione si
riferisce ad un trattamento in grado di distruggere tutte le forme
microbiche, comprese le spore. Le spore sono molto resistenti al
calore e alla temperatura di 100°C potrebbero essere necessari anche
tempi di trattamento lunghi più di 5-6 ore.
-
RIEMPIMENTO DEI CONTENITORI
Questa
operazione è molto importante e deve essere effettuata
correttamente. I contenitori non vanno mai riempiti fino all’orlo,
ma è necessario lasciare uno spazio vuoto che, nel gergo tecnico,
viene definito “spazio di testa”. Tale spazio è indispensabile
affinché all’interno del contenitore si generi il vuoto, inoltre,
serve per contenere l’aumento del volume della conserva durante il
trattamento termico.
-
PASTORIZZAZIONE DELLE CONSERVE
L’unico
trattamento di stabilizzazione termica che può essere applicato in
ambiente domestico è la pastorizzazione. Tale trattamento deve
essere effettuato immergendo completamente i contenitori in acqua.
Coprire la pentola con il coperchio e portare l’acqua ad
ebollizione. A questo punto l’erogazione del calore può essere
regolata ad un livello più basso, ma comunque in grado di garantire
sempre un’ebollizione uniforme e vigorosa.
-
ISPEZIONE DEI CONTENITORI
Dopo
la pastorizzazione, il contenuto dei vasetti sarà visibilmente
diminuito a causa dell’estrazione dell’aria. Trascorse 12-24 ore
dalla pastorizzazione, quando i contenitori saranno ben raffreddati,
devono essere accuratamente ispezionati per valutare l’ermeticità
della chiusura e il raggiungimento del vuoto. I tappi o capsule di
metallo dovranno apparire leggermente concavi (incurvati verso
l’interno del contenitore). Premendo con il dito al centro della
capsula o del tappo non si deve udire un “click clack”.
Un’ulteriore prova può essere fatta battendo con un cucchiaio sul
tappo. Se il tappo emette un suono metallico, la chiusura è ermetica
e il contenitore sotto vuoto, se altrimenti emette un suono profondo,
il contenitore non è sottovuoto.
-
CONSERVE DI POMODORO
Le
preparazioni a base di pomodoro sono tradizionalmente le conserve
maggiormente preparate in ambito domestico. Le più importanti sono
la passata, i concentrati e i pelati.
Generalmente
il pH del pomodoro varia da 3,9 a 4,6. Per la preparazione delle
passate è preferibile utilizzare cultivar più acide (pH< 4,3)
per diminuire i tempi di pastorizzazione. Qualora i pomodori non
fossero sufficientemente acidi, sarà possibile acidificarli
aggiungendo succo di limone oppure acido citrico.
La
pastorizzazione si effettua partendo da acqua fredda. La
pastorizzazione della passata di pomodoro in contenitori da un litro
deve durare almeno 40 minuti. Se i contenitori sono da mezzo litro,
saranno sufficienti 35 minuti di trattamento (dal momento
dell’ebollizione dell’acqua). È importante notare che nella
passata di pomodoro domestica, dopo la pastorizzazione si separa la
fase liquida (di colore giallognolo) dalla polpa.
Per
la preparazione dei concentrati, una volta ottenuta la passata, si
può eliminare l’acqua in eccesso per filtrazione con un panno di
lino o cotone puliti. A questo scopo il panno può essere una sorta
di sacco oppure una federa. Si fa osservare che questo sistema di
concentrazione è molto lento. Alternativamente, l’acqua in eccesso
può essere eliminata facendo cuocere la passata per circa 2-3 ore a
fiamma medio-bassa senza coperchio. Questa operazione può essere
effettuata anche partendo da pomodori in pezzi. Ovviamente,
concentrando la passata mediante bollitura, il prodotto deve essere
invasato a caldo e la successiva pastorizzazione sarà effettuata
partendo da acqua calda (alla stessa temperatura del
concentrato).
Infine,
per la realizzazione dei pelati, dopo aver selezionato i frutti
maturi, sodi e privi di imperfezioni, lavarli in acqua corrente e
praticare su ognuno un taglio a croce. Mettere sul fuoco una pentola
e quando l’acqua inizierà a bollire scottarli per 2-3 minuti.
Rimuovere i pomodori dall’acqua con una “schiumarola”,
aspettare che si raffreddino, togliere la pelle e invasare. Chiudete
quindi i barattoli e pastorizzare con le modalità riportate per la
passata.